Il piccolo mostro dell’ovaio generalmente benigno ma che è bene asportare.
👉 ORIGINE E TERMINOLOGIA: DERMOIDE O TERATOMA?
Quando parliamo di Teratomi Ovarici e Cisti Dermoidi dell’Ovaio ci riferiamo ad un medesimo gruppo di tumori molto bizzarri, generalmente benigni che originano da cellule germinali (embrionali) totipotenti. Nel caso delle Cisti Dermoidi sono costituiti solo da tessuti di origine dermica ed epidermica (peli, cute, unghie, ghiandole sebacee, nervi…) mentre nel caso dei Teratomi comprendono anche tessuti derivanti dal mesoderma e dall’endoderma (muscoli, denti, ossa, ghiandole endocrine, apparato digerente…). Vedi anche la FIG.1.
La loro origine, la loro somiglianza nelle ecografie ed il comportamento biologico molto simile hanno spinto ad usare i termini Teratoma e Cisti Dermoide dell’ovaio come sinonimi interscambiabili della stessa patologia ed anche noi qui faremo la stessa cosa.

A guardarlo in effetti sembra un piccolo mostro fatto di denti, capelli, ossa … e TERATOMA deriva dal termine greco “téras” che significa “mostro”.
Distinguiamo TRE TIPI PRINCIPALI DI TERATOMA:
- TERATOMI MATURI che hanno tessuti ben differenziati ed abbozzi di organi quasi completi, crescono lentamente e sono generalmente benigni;
- TERATOMI IMMATURI che hanno tessuti meno differenziati e distribuiti in modo più disordinato e che sono caratterizzati da crescita più veloce (tale tal volta da creare sintomi compressivi su organi vicini) e dalla possibilità di trasformazione maligna più frequente anche se rara;
- TERATOMI CON TRASFORMAZIONE MALIGNA che sono una forma minoritaria e molto rara di tumore maligno (3% di tutti i teratomi)
EPIDEMIOLOGIA E SINTOMI
Il Teratoma Ovarico costituisce uno dei più frequenti tumori dell’ovaio rappresentando circa il 10-20% di tutti i tumori ovarici. Colpisce prevalentemente donne di età tra 16 e 55 anni con un’età media alla prima diagnosi di circa 30-34 aa; raro quindi prima della pubertà ed in post-menopausa. Come abbiamo visto ha crescita lenta ed è generalmente benigno interessando talvolta (10-15% dei casi) entrambe le ovaie.
Gran parte di questi tumori sono asintomatici e vengono scoperti occasionalmente durante una visita e particolarmente in occasione di un controllo ecografico della pelvi.
Solo quando piuttosto grandi possono determinare dolori pelvici, dispareunia profonda, sensazione gravativa pelvica (sensazione di peso al basso ventre). Il prolasso dell’ovaio non è raro ma la torsione dell’ovaio è la complicazione più temibile in quanto si accompagna a dolori molto intensi ed al rischio di perdita dell’organo per sofferenza vascolare.
Sintomi più rari sono determinati dalla presenza di ghiandole endocrine come ad esempio talvolta ipertiroidismo secondario a presenza di tessuto tiroideo (struma ovarii); anche alcune rare forme di cefalea sono state associate a questo tipo di tumore.
LA DIAGNOSI DEI TERATOMI E’ PRINCIPALMENTE ECOGRAFICA
La diagnosi di un teratoma ovarico (o cisti dermoide dell’ovaio) è principalmente ecografica. Alla visita ginecologica l’ovaio interessato dalla malattia può apparire aumentato di volume, talvolta dolente o prolassato ma è l’ecografia transvaginale o sovrapubica che generalmente pone la diagnosi.
L’aspetto ecografico è quello di una formazione cistica a contenuto disomogeneo iperecogeno per la presenza di tessuti densi o solidi che riflettono fortemente gli ultrasuoni. Vedi FIG.2

La Risonanza Magnetica Nucleare (RMN) della Pelvi è generalmente riservata a casi dubbi o allo studio di forme maligne. Conferma facilmente ad esempio la eventuale presenza di grasso.
Una diagnosi differenziale è sempre necessaria rispetto Endometriosi, cisti emorragiche, Teratomi Immaturi ed altre cisti tumorali.
L’utilizzo di marcatori non è dirimente: talvolta si assiste ad una positività della Beta-gonadotropina corionica (HCG beta) e dell’Alfa-Fetoproteina (AFP)
TRATTAMENTO E PROGNOSI
Il trattamento dei Teratomi e (Cisti Dermoidi dell’Ovaio) è chirurgico. Più che la sintomatologia (abbastanza tardiva) è la possibilità seppur rara di trasformazione maligna che induce all’asportazione di queste neoformazioni.
E la tecnica quando possibile è generalmente laparoscopica miniinvasiva.
Due sono gli obiettivi fondamentali della chirurgia:
- L’asportazione completa della massa conservato il più possibile il tessuto ovarico sano;
- Evitare una peritonite chimica conseguente ad un eventuale spandimento accidentale del suo contenuto nella cavità addominale.
La prognosi è buona anche se non si possono escludere recidive sullo stesso ovaio o su quello controlaterale.
La degenza salvo eventuali complicazioni è limitata ad 1-2 giorni.
Medico Chirurgo è Specialista in Ginecologia Ostetricia ed Endocrinologia.
Già Responsabile della UOS di Endocrinologia Ginecologica presso l’Area Vasta n. 3 dell’ASUR Marche, attualmente è Direttore presso la stessa Azienda Sanitaria della UOC di Ginecologia e Ostetricia dell’Ospedale di Civitanova Marche.
Svolge anche attività libero professionale (segreteria pazienti: +39.337.634491).